domenica 22 luglio 2007

Brandello

Non saprei dire se il tonfo nelle segrete di mille anni fa, seguì l’adocchiare il mogano mascarato ovvero la sottana svolazzante alla brezza dell’urbe. Non si sanno mai queste cose. Né si capisce mai perché particolari come inezie feriscano e lacerino quanto più della daga d’un centurione qualunque. È che laggiù la tenzone si strascicava lenta e putrescente con esito ormai certo e più nulla poté la novitade d’un pensiero. Poi furono solo passi nella nebbia padana senza coltello per fenderla a pezzetti, tra ragnateli e cadaveri marcescenti e ruine di manieri ove più non solean re birbaccioni tracannare coppe di Falerno e trapassare, fatti certi dallo ius primae noctis, povere appena maritate. Non l’è più stata la stagione dei progetti e né fiaccole, né lucciole… sulle strade neppure cartelli, insegne, così da sapere o dove si va a parare, per dire. Ma un totale oblio l’è concesso solo dietro ad Abadonna, sicché finché si è sul palco basta anche un piccolo monolito nell’oscura pozza per far nascere cerchi concentrici in fuga dal centro, per sparire sotto l’occhio del ramingo rapito ed incuriosito che il rigor mortis non sia ancora. Ci si sente così buoni davanti a lucidi lumi com’aigua di fonte Bandusia e persino il Nulla sorride d’ebete bontà; o il suono di innocente risata contornato di riccioli ramati e d’efelidi: il bischero demonietto la sa lunga su questi trucchi, ma molto cinebrivido. Ci si sente più buoni, come se si potesse sedersi sereni di fronte al tramonto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo pezzo è stupendo. L'ho dovuto leggere sei volte per capirlo e poi, finalmente, ti ho visto.

wow.

Anonimo ha detto...

e' forse la cosa migliore che hai scritto.

Anonimo ha detto...

L'ho letto una volta e ho fatto fatica. L'ho letto una seconda dopo qualche giorno, e ancora non l'ho capito. Sarà che non mi sono impegnato, ma mi chiedo se questo tuo modo "ermetico" di scrivere sia un modo per tener fuori gli altri. Sei in cerca di uscita, ma hai aperto l'ingresso? Credo di no. Mi sa che il mio caro compagno di liceo è difficile a contentare. Vuoi uscire, ma continui a buttare occasioni al vento. L'Australia è stato un tentativo che è fallito? Bello che hai tentato, me spias che non sia andato come speravi. Ma non è un buon motivo per arricciarsi e non ritentare qualcosa. Dai, desedet fo! Dipende solo da te!

Anonimo ha detto...

Per fortuna c' è qualcun' altro che la pensa come me.. possiedi delle potenzialità che utilizzi per isolarti consapevolmente, piuttosto che utilizzarle in modo costruttivo.. sembra sempre che non ti frega di niente, ma secondo me in realtà non è così.. forse ti sei scottato troppo in qualche occasione.
Per quanto riguarda il testo è stupendo..ha un bel suono ma poi me lo traduci sabato mattina ok? Ciao ciao.. e ricordati della tua colleghina nelle tue biografie
Sabry
P.s. hia visto che son entrata nel tuo blog adorato?

Anonimo ha detto...

Ti conosco troppo poco per capire davvero ciò che scrivi e sai che io e le forme ermetiche del linguaggio non andiamo molto d'accordo.
Ho quasi la sensazione che più le tue emozioni sono forti, più il tuo linguaggio si faccia oscuro, scuro... come quel pozzo e quel monolito che muove le acque.
Il tonfo, il palco, i lucidi lumi... non riesco a interpretare questi elementi, ma spero che ne potremo parlare.
Tra le diverse parole dalla valenza negativa, ce ne sono due che si discostano e che hanno attirato la mia attenzione: rapito ed incuriosito. Da cosa? da chi?