martedì 7 giugno 2011

III

La capacità di arrossire narrando di fatti passati indica un ancora vivo senso di purezza e di verecondia.
Ci sono occhi d’acqua marina o lacustre, che tradiscono pensieri sognanti e sogni infranti.
Leggerezza: quel che mi trafigge di più; movimenti impercettibili nell’aria che nemmeno si scansa; eppure l’attenzione è viva e presta all’eloquio.
Forse i colori non sono i più adatti ma nemmeno il luogo contingente lo è, o lo era.
Forse sotto Apollo cocente in limine all’acqua, occhi e labbra trovano riferimenti e risposte.
O forse, ancora, perdo i colpi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era da tanto che non ti leggevo! una scrittura a vortici, come sempre ma ora di cristallo. Diversa e migliore - se possibile-
Al contrario noto regressi nei disegni. E? come ci fosse un blocco, un vincolo, un impediemnto, non so.

Lorena